Certificazione Civica

 

 

La caratteristica della società informazionale (Castells, 1996) è la produzione di ‘civismi’ (De Biase, 2013) generati dalle tendenze del mezzo dell’Internet a produrre un’ecologia dell’informazione connessa, ubiqua, istantanea e che ‘rende conto di sé’ (Butler, 2005).

Queste caratteristiche rendono possibile l’ipotesi di una piattaforma-dispositivo che pemetta la condivisione delle informazioni sulla qualità o non qualità di ambienti formativi e sugli individui che li popolano. Per questo è oggi possibile pensare una ‘Certificazione Civica’ attraverso la quale una comunità accademica di docenti, ricercatori, scolari, discenti e lettori accetta ‘dando conto di sé’ di rispettare un ‘patto formativo’ che di corso in corso sarà dichiarato. Tale certificazione non è sostitutiva rispetto ad altre certificazioni esistenti, è sopratutto l’apertura a una nuova dimensione della pratica organizzata e autoregolata dello scambio di informazioni e formazione che può rispondere insieme a esigenze concrete e conoscitive.

È mutua certificazione che può avere un ruolo decisivo per aggirare alcune barriere alla partenza di nuove attività innovative; generare un territorio culturale come parte integrante della modalità di relazione, fino alla generazione di una vera e propria Accademia Civica.

Come funziona
I docenti presentano ai discenti e agli scolari la propria curatela e programmazione, frutto di un lavoro che è soggetto a ‘presa di conto di sé’ (responsabilità) ex ante, e verifica ex post attraverso la Certificazione Civica.
I contenuti disciplinari vengono selezionati in relazione agli obiettivi prefissati, a tempi e scadenze da rispettare e a metodologie informali e non formali che hanno come punto di riferimento la centralità della diade discente<>docente (Monico 2013), e dei suoi processi disciplinari e cognitivi. Tali contenuti disciplinari vengono esplicitati e assunti come dimensione etica, quindi normativa, nel Patto Formativo. I ricercatori, discenti sono chiamati, laddove ne sentano la necessità e sempre nel rispetto del gruppo formativo, a svolgere un ruolo attivo e a condividere il processo formativo attraverso una partecipazione costruttiva e responsabile al dialogo formativo, che opera in un regime di maieutica doppia (Dolci, 1962), ovvero di secondo ordine. I docenti, discenti costituiscono una risorsa fondamentale per la Certificazione Civica, prendono parte attiva al processo di certificazione supportando e valorizzando l’azione educativa predisposta e messa in atto dai docenti e collaborando in un continuo, profondo e proficuo atto di certificazione di  esperienze.

Patto formativo
In armonia con l’interesse pubblico all’istruzione, nel D.P.R. n. 249 del 24/06/98 “Regolamento recante lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti della Scuola”, il legislatore ha definito i seguenti diritti e doveri dell’allievo, che sono ispirati alla valorizzazione del soggetto del processo formativo:
Ogni discente del gruppo formativo deve:
• rispettare e valorizzare la propria e l’altrui personalità;
• concorrere al perseguimento dei fini formativi individuali e collettivi, mediante la frequenza regolare alle lezioni, la presenza nei momenti di verifica fissati;
• partecipare alle attività formative e tenere un comportamento corretto;
• rispettare gli impegni presi e impegnarsi nella ricerca e nello studio;
• agire con spirito dialettico, anche controverso ma bandendo ogni forma di pregiudizio e violenza;
• rispettare le leggi, i regolamenti, le decisioni democraticamente assunte e le regole di civile convivenza;
• mantenere integre ed efficienti e sfruttare al meglio le strutture dell’Istituto1 in quanto Res di Mutua Formazione.

Ogni discente ha diritto:

• alla libertà d’apprendimento, garantita da un insegnamento ispirato ai valori della Costituzione della Repubblica e proposti nei termini di una responsabile ed aggiornata competenza professionale;
• al riconoscimento della propria identità attraverso didattiche che tengano conto delle differenze personali, socio-culturali, etniche e religiose;
• di partecipare attivamente e responsabilmente al percorso di formazione e alla Certificazione Civica, quindi di avere spazio di proposta, di ideazione e di confronto con la struttura formativa;
• alla riservatezza e privacy;
• a una valutazione trasparente e tempestiva;
• di utilizzare la Certificazione Civica nei limiti e con le modalità indicate nel regolamento;
• ad un’informazione chiara e completa sugli obiettivi didattici e formativi;
• ad essere consultato in merito a decisioni che influiscano in modo rilevante sullo svolgimento del corso (una volta iniziato e/o iscritto);
• di non essere sottoposto, senza possibilità di difendersi, a sanzioni disciplinari non motivate o non commisurate all’infrazione commessa, che deve comunque essere accertata;
• ad avere accesso alla Certificazione Civica.

In armonia con l’interesse pubblico alla formazione, nel rispetto della libertà di ricerca e insegnamento, costituzionalmente sancita e consapevole delle regole di deontologia professionale a cui un docente deve sempre attenersi nello svolgimento delle sue funzioni, i docenti si impegnano a:

1. riguardo al metodo di lavoro:
• curare adeguatamente le lezioni siano esse ex cattedra che informali;
• rispettare gli orari e le scadenze comunicate ai discenti;
• rendere espliciti ai discenti l’offerta formativa e le fasi della proposta formativa;
• definire motivare e rendere espliciti gli obiettivi formativi;
• definire e rendere disponibili, qualora richieste, le strategie didattiche;
• effettuare opportuni collegamenti con altre discipline;
• richiedere l’indipendenza disciplinare della propria disciplina;
• avvalersi di tutti gli strumenti disponibili che possano rendere più efficace l’attività formativa.

2. riguardo alle verifiche (qualora previste):
• verificare periodicamente, attraverso un congruo numero di prove di vario tipo, l’efficacia della propria azione educativa (valutazione formativa);
• rendere espliciti i criteri di valutazione, gli strumenti di verifica, la scala di misurazione; comunicare sempre le valutazioni e le relative motivazioni (valutazione formativa e sommativi);
• nei ritmi di lavoro, rispettare i tempi di ricerca e apprendimento dei discenti, tenendo anche conto del carico complessivo del collasso del tempo tra lavoro, aggiornamento e tempo libero;
• nel formulare il calendario, tener anche conto delle attività integrative presenti nel contesto.

3. riguardo agli aspetti relazionali:
• non discriminare i discenti;
• avere pieno rispetto dei diritti e degli interessi del ricercatore e discente come individuo, cittadino e come membro della comunità della conoscenza;
• riconoscere ed accettare le diverse personalità dei discenti attivandosi di conseguenza;
• accettare il colloquio;
• accettare, agire e gestire le controversie ricercando sempre la risoluzione;
• favorire e sviluppare la consapevolezza, l’autostima, la capacità di autovalutazione, il deuteroapprendimento la responsabilità e l’autonomia;
• tenere rapporti critici e costruttivi.

I docenti hanno diritto a:

• vedere rispettata in toto la propria libertà e autonomia d’insegnamento;
• esigere puntualità e rispetto dei tempi e delle modalità di lavoro, ed ottemperanza agli impegni presi dai ricercatori e discenti;
• ottenere rispetto da parte dei ricercatori, discenti, come individui, come soggetti critici, come mediatori di cultura, come cartografi delle controversie culturali e come fornitori di un servizio fondamentale per la formazione;
• lavorare in gruppo in un contesto sereno e distensivo, in cui tutti si pongano in un atteggiamento collaborativo e di reciproca critica attiva;
• esigere ordine, eleganza e correttezza negli abiti, nei comportamenti e nell’espressione verbale;
• ottenere quella collaborazione che permetta loro di conseguire i migliori risultati di ricerca e formazione;
• esigere di lavorare serenamente.
I discenti si impegnano a:
• rispettare il Regolamento d’Istituto1 (che sarà fornito in visione in ogni corso);
• conoscere la proposta formativa del corso;
• collaborare al progetto formativo, dimostrando disponibilità verso la ricerca e verso i docenti;
• porre attenzione alle iniziative dei corsi (attività asincrone, testi complementari, di potenziamento, di arricchimento, di valorizzazione);
• informarsi sulle forme di erogazione del corso;
• accettare anche eventuali insuccessi formativi senza spirito polemico, ma con atteggiamento critico che possa servire a generare una controversia chiara e dinamica,  che rinforza e rimotiva la stessa controversia in una risoluzione necessaria.

Hanno diritto a:

• Conoscere il Piano dell’Offerta Formativa  e il Regolamento di Corso;
• Ottenere informazioni sul corso almeno nei limiti stabiliti dalle norme vigenti;
• Riportare ai docenti situazioni straordinarie vissute durante il periodo del corso e chiedere ed ottenere per esse, ove necessario, particolare attenzione.