Nella società post-fordista il tempo libero collassa nel tempo dell’aggiornamento e della formazione. Le forme del co-working e del fab lab dilatano i tempi del lavoro e della creatività alle sfere personali abilitando la condivisione e il meticciamento delle pratiche.
[box]Il tempo libero diventa spazio di riflessione e riprogettazione in un flusso continuo in cui il soggetto si pone come elemento centrale.[/box]
La cura di sé è la traduzione italiana dell’espressione in lingua greca antica epimeleia heautoù, risalente specificatamente alla filosofia di Socrate e che fu ripresa tradotta in cura sui nella cultura tardo-antica romana.
Il concetto della “cura di sé” è un tema ampiamente trattato in Pierre Hadot, in Arnold Davidson, nel filosofo ispano indiano Raimon Panikkar, e in Michel Foucault che in diversi scritti e soprattutto nel volume La cura di sé [M. Foucault, Le souci de soi, Gallimard, Paris 1984, trad. it. di L. Guarino, La cura di sé, Feltrinelli, Milano 1985] lo affronta esaustivamente.
La nozione della “cura di sé”, non si configura come una teoria astratta ma piuttosto si esplicita in una serie di strategie pratiche che la contrassegnano come una vera propria “tecnica di vita”.
[box]Tali pratiche vanno acquisite attraverso un continuo lavoro di ricerca e formazione, non sono forme di biopolitica, ovvero di terreno in cui agiscono le pratiche con le quali la rete di poteri gestisce le discipline delle pratiche di vita, come la formazione della audit e automaton university, ma sono parte integrante delle proposte di Ars Academy Research.[/box]